|
Labirinti Preziosi
"Il labirinto è solo una delle molte figure del caos, inteso come complessità il cui ordine esiste, ma è complicato e nascosto" (Omar Calabrese)
Il Labirinto originario, quello preistorico, quello cretese è formato da un unica via che si intrica, si avvolge, e va verso un Centro, a cui si avvicina e da cui successivamente si allontana, ma che deve per forza raggiungere.
È una via lunga, faticosa, ma senza biforcazioni, crocicchi o cammini ciechi, senza incertezze e necessità di scelte.
Esso ci suggerisce che ci troviamo di fronte ad un processo di iniziazione che, a prezzo di una faticosa esperienza, conduce l'Uomo al Centro, dove esso è solo di fronte alla propria realtà interiore, o alla bestia con cui deve combattere o alla morte.
Nella tradizione cabalistica, ripresa anche dagli Alchimisti il Labirinto svolgerebbe una funzione magica. I Secondo gli Alchimisti sarebbe una immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioè quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, la Divina e la Bestiale, lo Spirito e la Materia, e, dunque, quella del cammino che l'Artista deve percorrere per uscirne e pervenire alla Luce.
Il Labirinto si aggroviglia, si complica in una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al Centro e, una volta arrivati, non danno più la certezza di raggiungere l'Uscita.
Il Labirinto diventa, allora, il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura costringendoci a una molteplicità di vedute, di segni e di vie che l’orafo artista con grande sapienza riesce a cogliere e a trasporre sul metallo.
|
|